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stazionario, spostando di tanto in tanto, dolcemente e “a mano” la cloche che inserisce o solleva
l’assorbitore neutronico, senza controllo elettronico. E’ cosi per tutti gli FBR francesi.
Il “Rapsodie” ebbe grande successo, durò a lungo in esercizio (1962 – 1987 a 20 MW circa di
potenza) consentendo una ricerca di alta qualità ed un addestramento del personale scientifico e
tecnico impegnato nella realizzazione del successivo e ben più importate primo reattore di potenza
(il PHENIX da 500 MW) che funzionò per più di trenta anni (1973 - 2006, figura 5). Esso
conteneva circa 1000 Kg di plutonio. Visitai questo mirabile impianto accompagnato da un
ingegnere che ne illustrava le varie caratteristiche (“facilities”). Nella sala controllo gli chiesi sul
rapporto tra Francia ed USA sui reattori veloci. Al livello di “immagine” noi francesi siamo
orgogliosi ed un po’ sciovinisti, ma la collaborazione con gli USA è “totale”, mi rispose. Poi mi
mostrò la consolle del computer americano della IBM che controllava e registrava tutte le
operazioni in atto nell’impianto in funzione, nulla escluso. Mi colpì una sua riflessione: “PHENIX è
un PROTOTIPO DA 500 MW (Figura 5) molto complesso costruito con rigore, passione ed
attenzione, collaudato pezzo per pezzo da una maestranza che poi lo gestisce direttamente, un tipo
di approccio che non potrà essere adottato per i reattori commerciali. Questo amorevole
atteggiamento dei tecnici verso la propria creatura l’ho ritrovata in un rapporto divulgativo del CEA
in occasione della decisione definitiva della chiusura del PHENIX nel 2006:

What do the years ahead have in store for the Phénix plant? No one can say today, but generally speaking,
the operational teams still hold a part of the plant’s future in their hands. The current operations both justify
and reward the efforts made by the entire team and management over the past few years. To continue in the
same direction, it is absolutely necessary that work be carried out with rigour, passion, perseverance,
and careful planning, in order to “cultivate” good luck as this small and fragile plant needs to be
treated with care, affection, patience and persistence day in day out for it to bloom and thrive. (CEA
Report 2006).

                                La fragile pianta dovrà quindi un giorno “fiorire e prosperare”.

Figura 5 - Schema del reattore PHENIX (500 MW) e sua foto in pieno funzionamento. Il
SUPERPHENIX era quattro volte più potente (2000 MW) ma i componenti per generare l’energia
erano costituiti da quattro impianti uguali a quello collaudato nel PHENIX.

6 – La fine dei reattori veloci e della visione di Fermi
Il reattore commerciale SUPER-PHENIX (2000 MW, 4000 Kg di plutonio) fu inserito nella rete
elettrica francese nel 1984 ed arrestato nel 1998 a seguito di un incidente al serbatoio del sodio
liquido! Che combinazione! Avevo avuto ragione a considerare critico questo componente così
“vile” (ma evidentemente non banale) per essere stato oggetto di quell’indagine effettuata
sull’impianto SOSTA? Il fatto è che i sodio che circola ad alta temperatura per portar via il calore
dal core viene continuamente mantenuto puro da trappole molto efficaci. I serbatoi invece vengono
mantenuti a temperature appena sufficienti per mantenere il sodio statico in forma liquida sotto una
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